Capita molto spesso che, durante l’adolescenza, la volontà di passare tempo con i genitori si riduca consistentemente: magari i nostri figli, da piccoli, erano sempre al nostro fianco (nel vero senso della parola!), e man mano che progrediva la loro crescita si sono allontanati esprimendo la volontà molto chiara di stare in autonomia.

 

Una tipica frase che riassume bene tutto questo è “voglio stare da solo”; sappiamo che può significare molte cose, ma il messaggio che ne sta alla base è quello di esercitare l’autonomia personale nel confrontarsi con i propri compiti, o per affrontare le emozioni complesse che sorgono in questo periodo.

 

Con questo allontanamento adolescenziale, la conseguenza è che quindi noi genitori diventiamo partecipanti molto meno attivi nella vita personale dei nostri figli, ed è perciò normale che, quando la volontà di passare più tempo con sé stessi viene espressa molto più frequentemente, possiamo essere un po’ preoccupati per il benessere dei nostri figli.

 

Per questo, abbiamo pensato qualche piccolo consiglio - qualche tip - su cosa fare in queste occasioni, a cui far riferimento se siamo preoccupati per i nostri figli:

 

#1 Sii presente “sullo sfondo”. Come abbiamo visto, in adolescenza i ragazzi e le ragazze iniziano a voler sperimentare le proprie capacità in autonomia, per rafforzare le abilità che possiedono, in modo da essere in grado di utilizzarle completamente da soli una volta raggiunta l’età adulta. Una buona accortezza è quella di lasciare che si sperimentino senza essere al loro fianco, ma non per questo lasciandoli soli: si tratta di esserci, ma “qualche passo più indietro”, in modo che sappiano di poter contare sulla nostra presenza senza che questa risulti troppo ingombrante per loro.

 

Non è semplice da fare; si tratta di trovare quella sottile linea d’equilibrio tra esserci troppo e non esserci abbastanza, e trovarla richiede tempo. Non spaventiamoci se non ci riusciamo subito e facciamo qualche errore: poco alla volta troveremo un equilibrio ideale sia per noi che per i nostri figli.

 

#2 Offri più supporto e meno soluzioni. A volte, soprattutto all’inizio, i nostri figli avranno delle occasioni nelle quali non riusciranno a fronteggiare la difficoltà al primo tentativo, e questo potrebbe farli rivolgere a noi a fronte di una frustrazione. È molto importante, in questo caso, considerare bene quale sia il compito con il quale si stanno confrontando, poiché, se questo è alla loro portata, allora non necessiteranno di un consiglio pratico su come agire o che il problema venga risolto da noi, ma piuttosto sarà più utile offrire loro supporto emotivo per la situazione complessa, e rassicurazione circa la loro capacità di fronteggiare il problema.

 

#3 Rispetta i nuovi spazi richiesti. Questo potrebbe essere più difficile nelle situazioni dove sospettiamo che i nostri figli possano ritrovarsi a confrontarsi con un problema molto più grande delle loro capacità, ma è comunque importante rispettare le distanze che vengono richieste: in caso contrario, potrebbero vivere il gesto non come attenzione verso di loro, ma come invasione della privacy, ed il nostro interessamento risulterebbe controproducente.

23 August 2022

"Voglio stare da solo" - 3 tips per i genitori

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