Sono tante le sfide tipiche del periodo dell’adolescenza: tante novità, molti cambiamenti ed un nuovo bisogno di autonomia che si fa sentire sempre più forte. Questi aspetti, spesso, rappresentano delle sfide non soltanto per i nostri ragazzi che stanno crescendo, ma anche per noi stessi come genitori.
Proprio in questo periodo nel quale tanti fattori si trasformano, un aspetto che può subire molti cambiamenti è quello della comunicazione tra di noi ed i nostri ragazzi e ragazze: insieme al bisogno di essere più autonomi, le modalità comunicative che vengono utilizzate possono farsi un po’ più complesse.
Nonostante questi cambiamenti, è importante che la comunicazione trovi nuove forme che si adattino alle esigenze dei nostri ragazzi, rimanendo però comunque efficace. Ricordiamo, infatti, come la comunicazione sia uno strumento fondamentale per le relazioni: una comunicazione solida ed efficace può aiutarci molto a mantenere un rapporto sereno con i nostri figli, anche durante i tempi tumultuosi dell’adolescenza.
Per aiutarci nel compito a volte complesso della comunicazione con gli adolescenti, abbiamo pensato a 5 semplici regole, da utilizzare come linee guida anche nei momenti di difficoltà:
- Dare regole, non dare ordini. La prima regola riguarda proprio…le regole! Infatti, queste sono da utilizzare come dei criteri che guidano i nostri figli verso cosa sarebbe meglio fare, aiutandoli a capire le motivazioni che ne stanno alla base. Gli ordini e i comandi, invece, possono passare ai nostri figli un messaggio di svalutazione dei loro sentimenti, il che, a sua volta, spesso provoca ostilità verso i genitori, generata dal senso di ingiustizia che viene percepito.
- Evitare estremizzazioni. Utilizzare un linguaggio privo di estremizzazioni può aiutare le conversazioni a scorrere in modo più fluido, ed è particolarmente utile per favorire la conservazione di una buona immagine di se stesso da parte di nostro figlio: quando si utilizzano frasi di critica come “non fai mai niente” o “ti ho già detto cento volte che…”, queste possono andare a ledere l’immagine di sé dell’adolescente, aumentando in alcuni casi la possibilità che venga diminuita la loro autostima, e generando un “contrattacco” verbale da parte del figlio, che può dare vita a discussioni piuttosto animate. Le estremizzazioni andrebbero evitate anche in senso “positivo”, come per esempio con complimenti esagerati od apprezzamenti non richiesti. Questi, infatti, possono essere percepiti come falsi, e lontani dall’immagine di sé che il ragazzo o la ragazza ha.
- Ascoltare, non interpretare. Un ulteriore aspetto importante da tenere in considerazione affinché il dialogo con i nostri figli sia più semplice è quello di ascoltare ciò che ci comunicano invece che interpretarlo. Ascoltare ciò che ci dicono, infatti, è un primo passo per aprire la comunicazione anziché chiuderla, che aiuterà a mostrarci aperti ai loro bisogni e alle loro necessità. È poco utile analizzare il loro comportamento e riferire l’idea che ci siamo fatti delle loro intenzioni, poiché se sono corrette, la conseguenza è che i nostri figli tenderanno a mettersi sulla difensiva, mentre se non lo sono si sentiranno incompresi: in entrambi i casi il risultato può essere di chiusura in se stessi.
- Non offrire soluzioni “già pronte”. Se suggeriamo soluzioni già “confezionate” da noi genitori, rischiamo di impedire ai nostri figli di riflettere con attenzione sul proprio problema, di pensare a diverse possibili soluzioni e di sperimentarle in prima persona. In casi come questi è più utile cercare di mettersi nei panni di nostro figlio o nostra figlia, anziché suggerire loro di mettersi nei nostri. In questo modo forniamo anche un buon esempio!
- Evitare di cambiare argomento. Quando stiamo comunicando con un adolescente, cerchiamo di non ironizzare o di cambiare argomento rispetto al contenuto della comunicazione: se ciò che ci sta comunicando nostro figlio è qualcosa a cui tiene molto, cambiare argomento o ironizzare fa passare il messaggio che non gli stiamo dando la giusta importanza, sminuendo i suoi sentimenti.