L’arrivo del primo bimbo o della prima bimba sancisce l’inizio ufficiale di una nuova vita di famiglia; il primo di molti cambiamenti che avverranno nelle nostre vite da genitori nonché in quelle del nuovo arrivato.

 

Questo rappresenta indubbiamente uno dei cambiamenti più consistenti che possono presentarsi nella vita di una persona, e di conseguenza può volerci un po’ di tempo prima di assimilare completamente tutti i cambiamenti.

 

Ogni genitore si troverà faccia a faccia con il cambiamento, ed i conseguenti riadattamenti psicologici ed emotivi che questo comporterà. Alcuni di questi riadattamenti saranno più semplici, ma in altri casi, invece, potrebbero richiedere una quantità di attenzione e di tempo superiori.

 

Ma in questi casi si parla sempre della famosa “depressione post-partum”, oppure ci sono altri elementi da considerare? Per fare chiarezza, vediamo insieme 3 osservazioni importanti da tenere in considerazione:

 

1 - I baby blues. Una prima fase di difficoltà emotiva dei neogenitori può essere identificata con il termine “baby blues”, ossia uno stato di difficoltà nell’umore e malessere passeggero solitamente caratterizzato da maggior irritabilità, crisi di pianto e umore depresso. È uno stato fisiologico che si risolve tendenzialmente da solo dopo le prime due settimane dall’arrivo del bambino, e non compromette la capacità di prendersi cura del bimbo. Nonostante sia spesso di natura passeggera, è importante non sottovalutare l’intensità di questo momento complesso, e richiedere aiuto e supporto, quando necessario, al fine di agevolarne il passaggio nel modo più sereno possibile.

 

2 - La depressione post-partum. Di diversa natura dai baby blues, la depressione post partum è invece un disturbo che compromette di più il funzionamento del genitore che ne soffre. Si può parlare di depressione post partum quando essa perdura per più tempo che le due settimane successive all’arrivo del bimbo ed è appunto disabilitante: interferisce in modo molto significativo con le cure del bimbo. Presenta gli stessi criteri diagnostici della depressione maggiore, e necessita di cure ed attenzioni di tipo specialistico. Ricevere supporto in famiglia è tuttavia un’attenzione di grande aiuto anche in questa occasione: un ambiente supportivo è sempre una risorsa preziosa.

 

3 - Madri, ma anche padri. È solitamente meno conosciuto come sia i baby blues che la depressione post-partum possano interessare anche i padri, e non solo le madri. La frequenza in cui queste difficoltà possono presentarsi non è superiore nelle madri; infatti il 10-15% dei neogenitori può essere interessato da queste patologie, indipendentemente dal genere. Perciò, alla presenza di situazioni di disagio e malessere, è importante esserne informati e cercare supporto quando necessario anche se si è padri o genitori non biologici.

22 November 2022

Le emozioni dei neogenitori: 3 cose da sapere

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