Guardando crescere i nostri figli, conosciamo bene la loro personalità e le loro caratteristiche, e ciò che spicca di più all’occhio sono le differenze individuali che possiamo vedere bene tra di loro.

 

Proprio per questo, spesso le regole che applichiamo nelle nostre case sono chiare e definite, ma si “traducono” in modi lievemente diversi tra un figlio ed un altro: se, ad esempio, una nostra regola è quella di cenare in famiglia per dare importanza al tempo passato insieme e per conversare insieme, per un figlio più introverso questa potrebbe tradursi come l’evitare di utilizzare il telefono mentre si sta a tavola, mentre per un figlio più estroverso potrebbe diventare il rientrare a casa per cena.

 

Organizzare le regole in questo modo non significa quindi fare “due pesi e due misure”; si tratta, piuttosto, di declinare i valori e i principi che stanno alla base di tali regole adattandole alla soggettività di ognuno dei nostri figli.

 

Ben diverso è invece quando, tra i nostri figli, facciamo valere principi e valori diversi, e ciò si traduce per loro in regole differenti e tra esse educativamente incoerenti. Risulta essere controproducente, infatti, utilizzare metodi educativi completamente differenti tra fratelli.

Ma quali sono gli effetti specifici che possiamo osservare?

 

Innanzitutto, un trattamento fondamentalmente differenziato a seconda del figlio ha ripercussioni negative non solo sulla relazione genitore-figlio, ma anche nella relazione tra fratelli. Queste ripercussioni sono dovute al fatto che verrà percepita una situazione familiare nel quale vi è un figlio “preferito”, a cui sono riservati trattamenti speciali o favoritismi.

 

Da parte del figlio che si sentirà essere il preferito, possono venire interiorizzate delle aspettative su di sé irrealistiche e troppo elevate, generando forme di stress e di ansia, che prolungate possono creare importanti problematiche rispetto all’autostima e influendo in modo negativo sulla soddisfazione della vita anche in età adulta.

 

Da parte del figlio “sfavorito” invece, si hanno ripercussioni negative sul proprio senso di amabilità, ed in generale sul suo sviluppo emotivo, che si traducono in una forte sensazione di colpa dovuta al sentirsi responsabile di questo tipo di situazione. Ciò può portare a sintomi di ansia, disistima e depressione.

 

Tutte questi effetti possono portare, come conseguenza, all’incrinarsi del rapporto genitore-figlio, creando risentimenti dalla parte dei figli.

 

Anche rispetto alla relazione con l’altro o gli altri fratelli possono crearsi difficoltà relazionali: in primis, si può creare una situazione di forte competizione rispetto all’amore genitoriale, che viene visto come risorsa limitata per cui concorrere anziché come un aspetto presente ed abbondante per tutte le parti coinvolte. Ciò alla lunga può ledere molto al rapporto tra i fratelli e le sorelle coinvolti, creando situazioni di disagio familiare che possono protrarsi anche all’età adulta.

 

Guardando questo aspetto dal lato opposto della medaglia, però, possiamo vedere come la coerenza educativa invece porti a effetti positivi sul rapporto genitore-figlio ed anche alla relazione tra fratelli: utilizzare gli stessi principi e valori per declinare regole diverse per i nostri figli aiuta i nostri figli ad interiorizzare i valori stessi senza viverli con conflitto.

02 August 2022

Due pesi e due misure: conseguenze dell’incoerenza educativa tra fratelli

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