Il percorso di crescita dei nostri figli è un cammino che ci accompagnerà, in modi diversi, per il resto della nostra vita da genitori. È un percorso pieno di sfide e soddisfazioni, dove si alternano i momenti più semplici a quelli più complessi; ma uno dei momenti che probabilmente ci ricorderemo di più è proprio quello in cui sappiamo che diventeremo genitori.
Anche noi ricordiamo bene tutte le emozioni di quel momento: felicità, gioia e curiosità per un nuovo capitolo della nostra vita, ma anche un po’ di preoccupazione e timore per la novità e tutte le incognite che portava con sé. Infatti, in un momento così importante, è molto frequente che si alternino e coesistano emozioni anche molto differenti fra loro.
Queste emozioni possono ritrovarsi indistintamente in tutti i genitori, ma stavolta vogliamo soffermarci, nello specifico, sui (futuri) papà!
Spesso, dalla letteratura psicologica, emergono molti studi sulle emozioni delle figure materne, indagando la maternità, la relazione tra le mamme ed i loro figli, o la gravidanza e l’allattamento, ma non vi è la stessa attenzione nei confronti dei papà. Ciò non significa che i padri non siano equamente importanti: anche i papà ricoprono un ruolo fondamentale nella crescita dei figli.
Essere padre è un’esperienza ed un’avventura in cui ciascuno deve intraprendere un viaggio dove tutto è imprevedibile ed altamente soggettivo. Diventare padre può quindi spaventare, a causa della percezione del bimbo in arrivo come un evento che sconvolge il proprio percorso di vita, nel quale magari si è raggiunto un equilibrio e un benessere.
Nel momento in cui si sa di diventare padri, allora, alcune domande che possono sorgere nei futuri papà riguardano la possibilità di ritrovare un nuovo equilibrio con l’arrivo del bebè, di comprendere come si modificheranno le relazioni con i propri amici, la propria famiglia ed il proprio partner, ma anche domande più pratiche, rispetto a cosa fare e come approcciarsi al proprio figlio: insomma, possiamo riassumerle in “Diventerò papà! E adesso?”
La risposta a questa domanda può cambiare molto da papà a papà, e da situazione a situazione; pensiamo ad esempio quanto può essere diversa una situazione familiare dove la genitorialità arriva da un’adozione da quella che arriva al termine di una gravidanza: le “soluzioni” saranno molto diverse.
Nonostante ciò, vi sono alcune indicazioni che possono tornare utili a tutti i futuri papà. Vediamole insieme.
Innanzitutto, è importante, se si è in una coppia o in una relazione con altre future figure genitoriali, costruire fin da prima della nascita un team genitoriale: questo poiché anche l’altro genitore potrà fornire e richiedere supporto, proprio come noi.
Individuare fin da subito quali sono le figure alle quali poter chiedere supporto e sostegno, che sia emotivo, organizzativo, o di qualsiasi altro tipo è di grande importanza: non è necessario che vi sobbarchiate tutte le responsabilità, perché questo può essere fonte di stress e diventare controproducente. Non abbiate paura di chiedere aiuto o supporto, perché in questo modo troverete risorse maggiori per fronteggiare la sfida dell’essere genitori.
Un’altra indicazione è quella di accogliere tutte le emozioni che si provano. E non intendiamo solo gioia o preoccupazione, ma anche tutte quelle emozioni che possono sembrarci “inappropriate”, come la paura per ciò che cambierà completamente, la rabbia a cui questo può portare, o la tristezza: avere un bambino non è semplice, e non esistono emozioni inappropriate.
Proprio perché non è semplice avere un figlio, è importante anche fornire supporto alle altre figure genitoriali, in modo da rafforzare il legame del nostro team genitoriale.
Per fare ciò, il più grande e potente strumento a nostra disposizione è sempre la comunicazione: cercate di comunicare al meglio i vostri dubbi, le paure e le vostre necessità all’altro, e contemporaneamente di essere comprensivi e di mettervi nei suoi panni quando è l’altro a comunicare con voi.
Infine, un ultimo consiglio, è di cercare di suddividersi fina da subito i compiti genitoriali: per essere padre o genitore servono molte energie, perciò è utile avere una buona organizzazione, in modo da non caricare di troppe responsabilità uno solo dei genitori.
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